Trentatré tele, una più bella dell'altra, per altrettanti filosofi che raccontano nei particolari la loro visione del mondo. In un'immagine il pittore riesce a condensare il più possibile una visione filosofica. Ecco allora un oggetto, un dettaglio, un simbolo che aprono scenari interpretativi, che mirano al significato, al senso dell'opera. È l'analogon della fenomenologia, il particolare che riassume tutto il senso dell'opera. Una specie di sineddoche pittorica insomma. Dipingendo un'idea, la pittura si può permettere efficacemente di riassumere tutto un sistema filosofico. Onfray, con la sua cultura e la sua passione, ci accompagna in un viaggio tra capolavori artistici che ci illuminano con colori e figure sul pensiero di straordinari filosofi, da Pitagora fino a Derrida.
Naturalmente in questo libro di estetica e di storia della filosofia emerge tutto lo spirito polemico ed ironico di Onfray verso quei pensatori colpevoli di essersi allontanati dalla verità della materia. Quindi ci troviamo di fronte a scontri epocali come per esempio tra Democrito e Platone, tra Epicuro e Agostino, tra Montaigne e Cartesio, tra Proudhon e Marx.
Un volume di facile lettura, divertente, per la riflessione e anche per il piacere degli occhi.
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