Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

28 lug 2024

Vivere contro l'evidenza - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1973)

"Vivere è distruggersi, non per una mancanza, ma per una sorta di pienezza pericolosa. In Dostoevskij non sono gli omuncoli, i debolucci, gli anemici che si distruggono, sono gli individui che esplodono, che giungono sino in fondo a se stessi e oltrepassano tale limite".



In questa confessione (trascrizione integrale di un’intervista rilasciata a Christian Bussy nel 1973 per una TV belga) Cioran descrive ciò che per lui è evidente: il nulla è la matrice e la fine dell'esistenza. In una tale cornice, l'attributo di nichilista risulta limitante, perché è nel nulla che Cioran ritrova il tutto.

Da questo atto di consapevolezza e di onestà, il filosofo lotta e sopravvive. Pascalianamente, gli uomini negano tale evidenza, ma Cioran no, osserva e resiste. Cosciente dell'infelicità strutturale dell'essere umano, dell'assurdo, Cioran intraprende una battaglia furibonda con se stesso e il mondo per non soccombere al tormento e allo stritolamento esistenziale. La filosofia diventa un farmaco quindi, la presa d'atto della propria natura. La scrittura in tutto ciò diventa un modo per non precipitare nella miseria dello spirito. E di fronte a tale vastità, nell'amicizia e nell'idea del suicidio è possibile trovare la possibilità della libertà. Così come in Bach o in Dostoevskij...


Con una prefazione di Antonio Di Gennaro, leggiamo una sinossi del pensiero del filosofo romeno; un osservatore del vuoto, dunque, uno scienziato del nulla.

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