"Se camminiamo avanti e indietro su una spiaggia ghiaiosa, noteremo che i ciottoli non sono disposti in modo casuale. Quelli più piccoli tendono tipicamente a trovarsi in zone separate che corrono lungo la spiaggia, e quelli più grandi in altre zone o strisce a sé. I ciottoli sono stati scelti, sistemati, selezionati. Una tribù che vivesse in prossimità della spiaggia potrebbe meravigliarsi dinanzi a questa manifestazione di una scelta o disposizione ordinata nel mondo, e potrebbe sviluppare un mito per spiegarla, attribuendola per esempio a un Grande Spirito in cielo, con una mente precisa e uno spiccato senso dell'ordine. Noi potremmo sorridere con aria di superiorità dinanzi a una nozione così superstiziosa, e spiegare che la disposizione ordinata dei ciottoli è stata opera in realtà delle forze cieche della fisica, in questo caso dell'azione delle onde. Le onde non hanno alcun fine e nessuna intenzione, né una mente ordinata, e neppure una mente in generale".
Il biologo ed esponente di prestigio del neodarwinismo Dawkins, in questo corposo volume, integra la teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Darwin con la teoria dell'ereditarietà di Mendel, con la matematica probabilistica e statistica della genetica della popolazione, con i dati della paleontologia, affronta il tema della complessità degli esseri viventi e spiega come l'improbabile perfezione della vita sia spiegabile con la conoscenza dei sistemi selettivi darwiniani.
Riprendendo l'argomento teleologico dell'orologiaio, tanto amato e sostenuto dai creazionisti, lo scienziato sostiene che questo orologiaio deve essere cieco; non pianifica, non ha alcun disegno intelligente da attuare. L'unico orologiaio, cieco, che non pianifica fini, è la selezione naturale. Gli occhi, il sonar dei pipistrelli sono esempi che possono far pensare a un disegno divino, a un progetto, ma in realtà sono solo il frutto dell'evoluzione e della selezione naturale. L'autore ribadisce più volte che è la mutazione a essere casuale, non la selezione naturale. Il processo cumulativo dei piccoli mutamenti è diretto da uno sviluppo come quello della sopravvivenza che non è casuale, ma automatico.
Utilizzando la matematica e il calcolo probabilistico, nonostante il nostro cervello non sia tarato per simili numeri, si arriva a capire che teorie come quella del brodo organico primordiale siano plausibili. I geni si selezionano in virtù della loro relazione con l'ambiente esterno e la selezione naturale può così essere spiegata come una forza costruttiva. Il Darwinismo non è una teoria del caso, checché ne dicano gli antidarwiniani. Ed è in questa prospettiva che si confutano le tesi dei creazionisti, dei saltazionisti, dei cladisti trasformati, dei lamarckiani.
L'incredulità di alcuni di fronte all'elegante teoria di Darwin è frutto dell'ignoranza e del bisogno di avere risposte veloci. Purtroppo il mutamento evolutivo è molto più lento del percepito del nostro cervello. Questo è uno dei motivi per cui si dubita ancora oggi della teoria di Darwin. Un altro motivo di incredulità risiede nel fatto che siamo abituati a credere che l'eleganza (di un occhio, di un sonar di pipistrello, ecc...) sia il frutto di un progetto, di un'intenzionalità, ma questo non è vero. Darwin, quindi, l'evoluzionista afinalista, contro Paley, il teologo creazionista che meglio ha descritto la prova teleologica.
Dalla grande passionalità dell'autore che spiega argomenti davvero complessi con semplicità, viene fuori come la biologia sia una scienza molto articolata e difficile, ma allo stesso tempo affascinante e illuminante. Oltre all'evidenza dei fatti e delle scoperte scientifiche che sempre più portano prove alle teoria dell'evoluzione di Darwin, secondo me, è anche il rasoio di Ockham che ci suggerisce che non può esserci un confronto serio tra evoluzionisti e creazionisti. Dunque, alla domanda creazione o evoluzione? (come il sottotitolo del saggio), non c'è nessun dubbio su quale sia la risposta!
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