"Al lago ho un vicino, uno dei sempre più numerosi pirati dell'etere, che si è fatto installare una parabola. Da noi le parabole sono fuorilegge, perché consentono di captare gratis un centinaio di canali americani a pagamento. Lui con un decoder da trenta dollari li becca tutti. Da un certo punto di vista mi trovo in una situazione molto simile: anch'io, nel mio crepuscolo, passo lunghe notti a ricevere dal passato un guazzabuglio di immagini criptate, ma a differenza del mio vicino non riesco a decodificarle. Ormai mi succede spesso di svegliarmi senza sapere più bene cosa accadde davvero quel giorno al lago. Mi viene persino il dubbio di avere ritoccato gli eventi a mio vantaggio, come del resto ho fatto con innumerevoli altri episodi mia vita"
Il ricco ebreo canadese Barney Panofsky, un produttore televisivo di un certo successo vicino ai settant'anni, decide di scrivere la sua biografia, una sua versione dei fatti della morte dell'amico Bernard Boogie Moskovich. Quest'ultimo è stato un vero amico per Barney, un eroe di guerra, un artista, un intellettuale, molto colto, amico di avventure giovanili e di sbronze, e non può averlo ucciso lui, anche se l'ultima volta che si sono visti hanno litigato. Sebbene un processo lo abbia già dichiarato non colpevole, Barney adesso deve difendersi dall'accusa di omicidio che gli ha rinnovato lo scrittore e vecchio amico Terry McIver. Il narratore, che ha molti vuoti di memoria (si scoprirà che soffre del morbo di Alzheimer), si racconta per mezzo di fulminanti associazioni di idee che spostano il racconto in avanti e indietro, in un bel gioco a incastri che si tiene sulla volontà di portare una difesa solida contro la nuova accusa. Quindi, tra Parigi e Montreal, narra una vita ricca di ricordi, di incontri, di bisogni, di disagi. Così come racconta del rapporto altalenante e conflittuale con i figli Michael, Saul, Kate e le nuore.
Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna dedicata a una moglie (anche se le storie si intersecano tra loro). La prima, Clara, è un'artista cleptomane e dissoluta che muore suicida a Parigi. La Seconda Signora Panofsky, innominabile, è una ricca ereditiera dalla quale divorzia presto, dopo che era andata a letto con Boogie un attimo prima che quest'ultimo sparisse (da qui l'accusa di omicidio). E la terza, Miriam, madre dei suoi tre figli e vero grande amore, ma persa per una scappatella di Barney dopo trent'anni di matrimonio. È una vita dissipata quella di Barney, dedita all'alcol, scorretta e fuori misura. Spesso all'ombra degli altri, costellata di amici dissoluti e finti bohémien annoiati della loro esistenza. Eppure, almeno così sembra, non è stato lui ad uccidere l'amico Boogie...
Il figlio Michael, alla morte del padre, ha il compito di correggere e pubblicare l'autobiografia, corredata da un suo poscritto che chiarisce come sia morto veramente Boogie, e i vuoti di memoria e le imprecisioni sono riempiti e corrette nelle note che puntellano i piè di pagina.
Romanzo ironico e piacevole, anche se capita che ogni tanto pecchi di un certo grado di americanismo, di tratti da Beat Generation che raccontano fatti inutili e insignificanti, con quel modo di fare sciatto e senza spessore tipico degli scrittori americani del Novecento. Forse un po' diluito e lungo, ma l'aspetto più interessante rimane il suo essere caleidoscopico, un flusso di ricordi che non si arresta e che si intreccia, nonostante gli inciampi della memoria di Barney.
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