In quegl'anni, adolescente astrofilo, pieno di idee, di speranze e di fuoco, senza conoscere il metodo osservativo dell'astronomo pisano né il suo diario che presto sarebbe diventato una pietra miliare della storia della scienza e della cultura tutta, nelle mie notti folli ed ebbre, annotavo diligentemente le mie osservazioni. Un piccolo galileiano mi sentivo...
Ma quel libro (se non ricordo male era stato edito da Einaudi nel 1976) dovetti restituirlo. Anni dopo, sfogata e travasata la passione per l'astronomia negli oceani delle lettere e della filosofia, sentì il bisogno di rileggere quel piccolo diario, di rivedere i disegni della Luna che tuttora conservano il senso di stupore che lo scienziato deve aver provato, per assaggiarvi il sapore dell'ingenuità e del curioso incanto. Stampai il libro da un sito web, lo rilessi e l'amore che nutrivo verso le pagine galileiane sconfinò. Decisi di comprarlo, di rileggerlo nella veste di un libro.
Mi ci sono voluti anni per trovarlo. E adesso, quasi fortuitamente, ho il mio 'Sidereus Nuncius’ tra le mani, il libro annunciatore di nuove e sconvolgenti verità. E nuove scoperte e ulteriori modi di vedere il mondo partorì la pagina galileiana. Basta ricordare che, per merito delle prime osservazioni con un cannocchiale, l’ipotesi copernicana divenne descrizione reale e non mera ipotesi, che la Terra e l’uomo persero definitivamente la propria centralità nel cosmo, e che s’inaugurò una nuova epoca di osservazioni astronomiche.
Prima di chiudere devo lodare in questa edizione la ricca e ben fatta introduzione di Andrea Battistini.
Un libro affascinante oltre che rivoluzionario.
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