Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

4 mag 2025

Una strana guerra fredda - Sara Lorenzini (Saggio - 2017)

“Tutta la storia dello sviluppo è immersa nell'imperativo del coordinamento. La parola d'ordine era cooperazione. Cooperazione fra alleati, cooperazione nelle organizzazioni internazionali, cooperazione solidale fra Nord e Sud e fra Sud e Sud. Questa visione armonica era forse un desiderio, ma non certo la realtà. Nella storia parallela dello sviluppo durante la guerra fredda, il coordinamento fra alleati fu tentato da entrambe le parti con ostinazione, ma non fu mai semplice e soprattutto non fu mai completo”.


Nel panorama ormai vastissimo della storiografia sulla Guerra Fredda, questo volume rappresenta un contributo originale e necessario. Si sposta lo sguardo, infatti, dai consueti protagonisti – Stati Uniti e Unione Sovietica – per concentrarsi sul ruolo cruciale del Sud globale, ovvero i paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina emersi dallo sconvolgimento della decolonizzazione. La Guerra Fredda, pur essendo nata come confronto ideologico e geopolitico tra due superpotenze, si è giocata anche al di fuori dell’Occidente, in contesti dove i problemi non erano solo l’equilibrio militare o il contenimento reciproco, ma piuttosto lo sviluppo economico, la lotta alla povertà, l’accesso all’istruzione e alla salute. In questi scenari, la competizione tra USA e URSS assumeva un volto nuovo: si trattava di conquistare cuori e menti attraverso modelli alternativi di modernizzazione.

L’autrice insiste in particolare sulla difficoltà di costruire un approccio davvero globale al tema dello sviluppo, che fu invece spesso trattato secondo logiche regionalistiche, frammentarie e influenzate dalle singole agende delle potenze. Questo limite ha inciso profondamente sulla reale efficacia delle politiche di cooperazione internazionale, contribuendo a mantenere o addirittura ad accentuare le disuguaglianze tra Nord e Sud.

Il libro mostra come la corsa allo sviluppo non sia stata solo una retorica di facciata, ma una vera arena di scontro, in cui le élite dei paesi postcoloniali hanno avuto un margine di autonomia ben maggiore di quanto si possa pensare. Ne emerge una storia ricca di ambiguità, in cui le potenze cercavano di guadagnarsi l’appoggio del Sud globale anche a costo di adattare i propri modelli ideologici.

Scritto con chiarezza e sobrietà, il libro è utile sia per chi vuole comprendere meglio la complessità del secondo Novecento, sia per chi cerca strumenti per leggere le persistenti disuguaglianze Nord-Sud nella loro genealogia storica.

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