Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

2 dic 2023

Taccuino per stenografia - Emil Mihai Cioran (Saggio 1937-1938)

"che io anneghi nel mio stesso annichilamento - fragranza"

"sentire i propri passi in altri secoli -"

"Pascal ma soprattutto Nietzsche - sembrano giornalisti dell'eternità"

"Se fossi stato Dio, avrei fatto tutto di me, tranne che un uomo - Quanto sarebbe stato grande Gesù, se fosse stato un po' più misantropo!"


Scritto in romeno durante i primi anni francesi, questo quadernetto di appunti, ma anche di lampi di genio, è stato concepito da Cioran per uso privato. Una palestra di scrittura, un diario, una confessione in cui il romeno si sfoga e cerca di dare forma a un pensiero tragico e nichilista. Nel suo carattere estemporaneo e nel suo confronto con l'eternità sta la particolarità di questo volumetto. I tormenti dell'uomo Cioran, le sue disperazioni sono riversati in queste pagine di lotta contro il mondo, ma anche contro se stesso e, non poteva essere altrimenti, contro Dio. Unico fine: trovare sollievo, trovare una qualche forma di liberazione e di autenticità. 

Il libretto è impreziosito dal testo a fronte, da una breve introduzione di Eugène van Itterbeek e una postfazione di Antonio Di Gennaro. 

Il saggio di Antonio Di Gennaro, in particolare, verte sul rapporto contraddittorio che Cioran ha avuto con Parigi, città affascinante ma triste, luminosa e malinconica, e allo stesso tempo agonizzante. La bicicletta, quindi, diventa il mezzo che gli ha permesso letteralmente di non suicidarsi. Un metodo per sopravvivere dunque, per mortificare corpo e pensieri e per per sfuggire alle incombenze della vita. Un uomo senza patria insomma, un nomade che trova il suo rifugio e il suo antidoto alla vita nella notte della scrittura e, più specificamente, nella lingua francese.

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