Durante i primi mesi di guerra, il sergente Bloch, poi promosso maresciallo, tiene quasi sempre aggiornato un taccuino: la fonte del suo racconto. Il volume raccoglie quegli appunti rivisti in un momento di convalescenza ne I ricordi di guerra 1914/15 e comprende anche le Riflessioni di uno storico sulle false notizie della guerra. Il primo scritto è il resoconto di un uomo, di un soldato che vive l'esperienza della guerra in prima persona. Un vero e proprio diario di guerra che annota i fatti salienti vissuti sul fronte orientale. La partenza al fronte, le tratte compiute, i villaggi attraversati marciando, le lunghe attese, la prima durissima battaglia sul Marna, il seguente egoistico sentimento di gioia alla notizia della vittoria. Tra ufficiali miopi e tragicamente incapaci e giovani soldati coraggiosi e silenziosi, l'esperienza della trincea segna un punto di svolta per Bloch, sia come uomo, sia come storico. Capisce davvero cosa vuol dire stare a contatto con la morte e con soldati che condividono gli stessi sentimenti, ma capisce anche che la storia è fatta da uomini di tutte le culture, di tutti gli strati sociali; è fatta di psicologia, soprattutto. Scoperta questa che lo proietterà verso quella storia che guarda all'interdisciplinarietà, che è in effetti il suo marchio di fabbrica.
Il secondo scritto, invece, è dello storico che riflette sul suo mestiere, sulla guerra come fenomeno umano e psicologico, fattori che giustificano la creazione e la diffusione di false notizie circolanti nelle trincee. La storia, si sa, è costellata di falsi racconti creduti veri e la psicologia della testimonianza, però, non soddisfa completamente le richieste dello storico. Nelle testimonianze, naturalmente, si mescolano vero e falso. Lo studioso deve, quindi, essere sempre scettico e poi metodicamente verificare quanto raccolto. Durante la Grande Guerra, quella micidiale e massacrante esperienza di disumanità, i giornali, la censura, la penuria di informazioni, le emozioni, la fatica e soprattutto l'immaginazione degli uomini turbati e quindi ben disposti emotivamente preparano la creazione di false notizie, di leggende.
I due scritti, nella sostanza, tratteggiano la Prima Guerra Mondiale (emblema di tutte le esperienze belliche) come un esperimento di psicologia sociale che lo storico moderno ha il compito di sviscerare in tutti i suoi aspetti.
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