"Ma per quanto mi ammonisca per la mia amnesia, stupidità, ingratitudine, immaturità, per la stolta e suicida mancanza di ogni senso delle proporzioni, l'impeto di selvaggia lussuria che mi assale non è rivolto a questa squisita giovane donna con cui solo di recente sono emerso a una vita che promette il più profondo appagamento, ma per la minuta compagna perduta coi denti da coniglio che ho visto l'ultima volta mentre usciva dalla mia camera più di dieci anni fa a trenta chilometri da Rouen, desiderio per la mia lasciva anima gemella, che, prima che il mio senso del lecito cominciasse a implodere, accoglieva con la mia stessa frenesia e giocosità gli atti più insoliti e i pensieri più alieni. Oh, Birgitta, va' via!"
David Kepesh è da sempre estremamente attratto dal desiderio verso l'altro sesso. Nelle sue molteplici esperienze vive ogni istante come una vera questione di conoscenza e di riflessione; le passioni, i sentimenti sono da analizzare perché è lì che risiede la sua vera essenza di uomo. Al desiderio non si può rinunciare, non si può dare un limite; il desiderio è la verità e questa deve sempre essere creduta e detta. Così leggiamo, in un vero romanzo di formazione, l'evoluzione di un colto ragazzo ebreo che ha davanti a sé una carriera da professore universitario che nei suoi corsi al college darà lezione sulla presenza del desiderio e della passione nella letteratura mondiale.
David ci racconta le sue esperienze di concupiscenza reali e letterarie sopra un'altalena, con i suoi punti più alti e soddisfatti e i suoi momenti più bassi e inappaganti. E se le avventure erotiche con Elisabeth e Birgitta, due ragazze svedesi con le quali vive un ménage à trois, rappresentano il periodo della perversione, mal digerita e che si spegne nell'infelicità e nel rimpianto, anche il matrimonio con Helen non è da meno. David, infatti, si sposa con una donna fatale, appassionata dell'Estremo Oriente e poco equilibrata. Un matrimonio che si trascina tra la banalità del quotidiano e l'assoluta indifferenza della passione dopo i primi appaganti anni. Di fronte a tanta desolazione non ci può essere che una soluzione: il divorzio. E il divorzio segna il momento di una crisi feroce, il momento in cui il desiderio (la verità dunque) sembra essersi spento del tutto. Ma dopo le visite dallo psichiatra e la morte della madre, dopo le pagine in cui la solitudine sembra definire il nuovo David, è il turno di una bellissima bionda con gli occhi verdi che lo ama, Claire. Allora l'ossessione nevrotica per il sesso, non per quello in sé quanto in chiave estetica e sociale, si riaccende. Claire rappresenta la guarigione, il ritorno all'equilibrio. Durante il loro viaggio in Italia del nord e a Praga in particolare, con la mente a Čechov e Kafka, e una mano che stringe quella di Claire, David capisce quanto la sua agonia sia finita. Un equilibrio, però, che sembra destinato a spegnersi nel tempo; ed è il tempo infatti, descritto dalla visita del padre anziano e di un suo amico sopravvissuto alla Shoah, che suggerisce il momento della fine.
Libro colto, colmo di citazioni letterarie, è un romanzo di spessore. David vuole suggerirci che è il desiderio che è vero; lì, tra le sue pieghe formatesi nell'ipocrisia delle società moderne, si annida la verità. E David lo capisce molto presto e presto diventa onesto di fronte ai dettati del desiderio.
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