Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

28 dic 2015

Il perturbante - Sigmund Freud (Saggio - 1919)

"Non c'è dubbio che esso appartiene alla sfera dello spaventoso, di ciò che ingenera angoscia e orrore, ed è altrettanto certo che questo termine non viene sempre usato in un senso nettamente definibile, tanto che quasi sempre coincide con ciò che è genericamente angoscioso".

L'estetica, almeno fino al XIX secolo, non si era mai interessata al tema dell’angoscia e quando la psicoanalisi ne invade il territorio rischia di perdere la battaglia. Eppure, qui, Freud riesce a tenere la testa alta scrivendo un’opera di grande spessore con estrema raffinatezza, nonostante sia poco conosciuta. Affascinato da ciò che può spaventare e angosciare, cerca di spiegare come tali sensazioni possano avere un’origine che risale all’infanzia.
Il perturbante è qualcosa di non definito, che suscita insicurezza, inquietudine, turbamento; è quel moto d’angoscia e di terrore che ci coglie in certi momenti e che risalirebbe a qualcosa di familiare.
Il saggio si sviluppa su due strade: l'uso linguistico della parola stessa e la ricerca su singoli casi. Nella prima, condizione necessaria ma non sufficiente del perturbante sarebbe l'inconsueto, la novità. Ciò che è familiare e fidato, in tedesco avrebbe anche significato opposto come nascosto e segreto; il perturbante è ciò che dà fiducia ma anche ciò che può essere pericoloso, sinistro. Dunque lo studio del senso ambivalente del termine darebbe già alcune risposte. Passando al problema estetico, Freud analizza con occhio fine e ammirato il racconto "Il mago sabbiolino” (“L’uomo della sabbia”) di E. T. A. Hoffmann, il quale sarebbe il genio indiscusso del perturbante. Nelle sue opere, infatti, il tema del doppio, le favole e i ricordi labili dell’infanzia susciterebbero nei suoi protagonisti e nel lettore quel senso di disagio che appunto definiamo perturbante. Anche qui, come è bene evidenziato, ritorna la sfera dell’infanzia e del focolare familiare che, da adulti, si collegherebbe attraverso i ricordi a desideri rimossi e a condizioni sorpassate.

Saggio breve ma molto intenso. Una piccola perla freudiana.

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